STORIA DI PESCARA – cap. 5: PRIMO 900 E PERIODO FASCISTA


La storia di Pescara è poco conosciuta ed alcuni momenti del passato sono ancora avvolti nell'oscurità. Le origini della città sono antiche e legate alla posizione geograficamente favorevole come raccordo delle vie di comunicazione tra l'antica Roma e l'area dell'Adriatico. 



Agli albori del XX secolo, la popolazione dei due comuni che componevano l'attuale Pescara(ovvero quella ante 1807) ammontava a circa 8.923 abitanti (censimento del 1903). La propensione al turismo balneare si consolidò e nel 1905 gli alberghi di Castellammare Adriatico ospitavano circa 4.000 turisti. Nella città iniziavano a trovare spazio diverse aree per mercati di tessuti e di generi alimentari. Inoltre il comune della sponda destra del fiume viveva un momento di grande trasformazione urbanistica soprattutto in seguito al graduale recupero ad uso civile dell'area dell'ex fortezza.
Inoltre, la rivalità tra le due sponde del fiume scemò, mentre autmentavano la concordia e la comunione di intenti per promuovere iniziative di sviluppo: soprattutto il potenziamento del porto canale fu motivo di collaborazione delle due amministrazioni. Quando l'On.Carlo Mezzanotte, deputato di Chieti, nell'estate del 1908 presentò alla camera una proposta di legge per la fusione dei due comuni di Pescara e Castellamare Adriatico, si levarono forti proteste: tali proteste, però, non furono sollevate per la contrarietà all'idea di fusione quanto perché la proposta prevedeva l'annessione di Castellammare Adriatico nella Provincia di Chieti.
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, Castellammare Adriatico fu bombardata da aerei austriaci, che tentavano di colpire la linea ferroviaria. Le vittime di tale tragico evento sono ricordate ancora oggi da una piccola lapide, apposta in Corso Vittorio Emanuele II 253, a Pescara. Per prevenire altri attacchi il Ministero della Guerra fece allora approntare un campo di aviazione lungo la Via Tiburtina provvisto di due aerei da combattimento. Nacque così quello che poi diventerà l'aeroporto di Pescara.
Subito dopo il primo conflitto mondiale si verificò un evento molto importante in favore della unificazione dei due comuni: il 30 novembre del 1918 i due consigli comunali si riunirono nello stesso momento e votarono lo stesso ordine del giorno e si impegnarono ad adoperarsi per chiedere al Governo di decretare la fusione dei comuni e di adoperarsi affinché la nuova città fosse chiamata "Aterno". Negli anni seguenti le due amministrazioni collaborarono per perorare la causa della fusione: ma decisivo fu l'impegno di Gabriele d'Annunzio che il 16 maggio del 1924 scrisse a Mussolini una lettera nella quale chiedeva la fusione delle due città e la elevazione a capoluogo di provincia. Con lo stesso intento operava l'allora ministro abruzzese Giacomo Acerbo.
Dal punto di vista economico la città presentava delle nuove linee di sviluppo. Infatti, il turismo continuava a fiorire e i bagni di Castellammare Adriatico erano una meta turistica nota in tutta Italia. A rafforzare questo ruolo di centro del turismo nazionale, nel 1924, sotto la spinta politica del ministro Giacomo Acerbo, a Castellammare Adriatico venne organizzata la Coppa Acerbo, che divenne subito una delle gare automobilistiche più importanti del tempo ed un evento capace di portare in città decine di migliaia di visitatori. Ma nell'area dell'attuale città, iniziarono a vedersi i primi opifici e le prime attività di tipo industriale, come il noto pastificio Puritas di Angelo Delfino. Inoltre, il porto stava incominciando ad acquisire maggiore importanza ed i volumi di traffico commerciale si facevano sempre più ingenti. Nel 1923 venne completato l'acquedotto per portare l'acqua potabile in tutte le aree dell'attuale città.
Dopo 110 anni di divisione, il 2 gennaio del 1927, venne finalmente firmato il decreto di istituzione della provincia di Pescara e seguiva l'elenco dei Comuni da amministrare, tra i quali quello di Castellammare. Al successivo articolo 4 il Decreto stesso stabiliva: "Il Comune di Castellamare Adriatico è unito a quello di Pescara". A favore del provvedimento sono state decisive la forte spinta popolare e, soprattutto, l'autorità politica del ministro abruzzese Giacomo Acerbo e il prestigio morale di Gabriele D'Annunzio.

Nello stesso anno, si legge nel libro di Giovanni Guido "Aviazione & Abruzzo", l'aeroporto di Pescara che era stato istituito dieci anni prima, nel 1917, e armato con gli aerei S.V.A., considerati tra i migliori caccia bombardieri dell'epoca per la 302.a Squadriglia appositamente costituita, fu ingrandito a 50 ettari, rimodernato e denominato "Campo di Fortuna", in Provincia di Chieti ancora per poco.
Dopo l'unificazione e l'elevazione a capoluogo di Provincia, la città è protagonista di un forte sviluppo edilizio con la costruzione delle nuove sedi di tutte le pubbliche amministrazioni, di scuole e mercati. A tutt'oggi, diversi sono i palazzi ad uso pubblico costruiti in quel periodo (tra i quali il Palazzo del Comune, il Palazzo della Provincia, l'allora Palazzo della Prefettura e diverse scuole della città).
L'allora aeroporto della città, il «Campo di Fortuna» di Pescara, cambiò nome con decreto ministeriale 25 giugno 1928 e venne denominato, per volontà del d'Annunzio, «Pasquale Liberi», in onore di un aviatore abruzzese.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Gli altri capitoli della Storia di Pescara a questo link:


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