STORIE d'ABRUZZO - dagli Svevi agli Angioini, città de L'Aquila


Nel XII secolo l'Abruzzo, sotto la guida dei Normanni, passa a far parte del Regno di Sicilia e cambia di nuovo la storia! Nel 1222 Federico II di Svevia distrugge Celano, riunifica l'Abruzzo in un'unica provincia con capoluogo Sulmona dove avvia la costruzione di eccezionali opere civili, come l'acquedotto medioevale, uno dei monumenti dell'epoca più importanti dell'Abruzzo.




1230 Federico II fonda la città di Aquila (L'Aquila).
1233 Federico II con la Costituzioni di Melfi del 1231 istituisce 11 Giustizierati, quello d'Abruzzo con sede a Sulmona, fu attivo solo nell'anno 1233.
23 agosto 1268 Battaglia di Tagliacozzo (o di Scurcola, o dei Piani Palentini), battaglia citata da Dante tra ghibellini e angioini: Corradino di Svevia erede diretto della corona di Sicilia viene sconfitto da Carlo I d'Angiò che s'insedia quale nuovo re di Sicilia e da origine alla nuova dinastia degli Angio' di Sicilia.
1273 Carlo I d'Angiò divide il territorio tra l'Aprutium Ulteriore e Citeriore. Il 5 ottobre 1273 Carlo I d'Angiò sancì col diploma di Alife la suddivisione dell'Abruzzo, considerato un distretto troppo esteso per essere ben amministrato e difeso, trovandosi all'estremo limite settentrionale del regno. Si preferì seguire un confine naturale, il corso del fiume Pescara, determinando a nord il Giustizierato d'Abruzzo Ulteriore (Ultra flumine Piscaria) ed a sud il Giustizierato d'Abruzzo Citeriore (Citra flumine Piscaria).
1239 L'asceta Pietro da Morrone si ritira in eremitaggio in una caverna del monte Morrone presso Sulmona
1244 Pietro da Morrone fonda la Congregazione dei frati celestini
24 agosto 1294 Pietro da Morrone viene eletto papa col nome di Celestino V, l'investitura avviene nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila.
 Uno dei primi atti ufficiali del nuovo papa fu l'emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella basilica di Santa Maria di Collemaggio della città di L'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. In pratica Celestino V istituì a Collemaggio il primo vero Giubileo, successivamente copiato dal successore (per molti usurpatore) per bloccare l'afflusso di pellegrini verso Aquila. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angiò, nominandolo "maresciallo" del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d'Angiò e Giacomo d'Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini.
18 settembre 1294 indisse il suo primo e unico Concistoro, nominando ben 13 nuovi Cardinali.
Dietro consiglio di Carlo d'Angiò, trasferì la sede della Curia da L'Aquila a Napoli fissando la sua residenza in Castel Nuovo, ove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto spartano e dove egli si ritirava spesso a pregare e a meditare.
13 dicembre 1294. Circa quattro mesi dopo la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi di dissuasione avanzati da Carlo d'Angiò, il 13 dicembre 1294, Celestino V, nel corso di un Concistoro, diede lettura di una bolla, appositamente preparata per l'occasione, nella quale si contemplava la possibilità di una abdicazione del Pontefice per gravi motivi. Dopo di che recitò la formula della rinuncia al Soglio Pontificio.
Pietro da Morrone, dopo l'abdicazione, fu rinchiuso nella rocca di Fumone, in Ciociaria, ove morì il 19 maggio 1296.
Temporaneamente trovò sepoltura nel monastero di Sant'Antonio a Ferentino. In seguito le sue spoglie furono traslate nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, presso L'Aquila; nella chiesa, cioè, ove era stato incoronato Papa. Pochi anni dopo fu canonizzato da papa Clemente V, a seguito di sollecitazione da parte del re Filippo IV di Francia.
Le prime notizie di una città detta Acquili o Aquila datano tra il 900 e il 1100 d.C., certamente sul colle ove oggi è la città si andarono aggregando, intorno al grande convento cistercense di Collemaggio, popolazioni in fuga dai piccoli feudi vicini. Questo primo nucleo di gente libera conquistò il diritto di esistere come città sia guerreggiando a lungo con i feudatari locali sia "comprando" vari editti di fondazione di Papi e RE, tra cui il più famoso, anche se apocrifo, fu quello detto di Federico II, intorno al 1230. Città libera e sui confini fra Impero e Papato, l'Aquila crebbe di importanza sia per il suo ruolo commerciale di porta del SUD, sia per il suo ruolo politico strategico sempre in equilibrio fra Guelfi e Ghibellini. Divenne Aquila degli Abruzzi nel 1861 e L'Aquila nel 1939. Fu costituita dall'unione di molti villaggi della zona (99, secondo la tradizione locale), ognuno dei quali costituì un quartiere che rimase legato al villaggio-madre e fu considerato parte dello stesso per circa un secolo.
Il primo consiglio cittadino fu composto dai sindaci dei vari villaggi e la città non ebbe una propria esistenza giuridica riconosciuta fino al regno di Carlo II di Napoli, che nominò un Camerlengo quale responsabile dei tributi, che, da allora in poi, furono pagati da tutta la città in quanto tale, mentre, in precedenza, erano pagati dai singoli villaggi, ognuno dei quali comprendeva il quartiere realizzato in città.
Successivamente, il Camerlengo acquisì anche il potere politico, divenendo presidente del consiglio cittadino (che ebbe vari nomi e composizione nel corso dei secoli). La città, autonoma, anche se sotto la sovranità del regno di Sicilia prima e delregno di Napoli poi, salvo un breve periodo in cui fece parte dello Stato Pontificio, fu governata da una diarchia composta dal consiglio e dal capitano regio, cui si aggiunse, nel XIV secolo, il conte Pietro Camponeschi, detto Lalle che, da privato cittadino, divenne il terzo lato di una nuova triarchia.
Già in precedenza, la città era divenuta una quasi signoria sotto Niccolò dell'Isola, nominato Cavaliere del Popolo, ma poi massacrato dal popolo stesso quando il suo potere cominciava a diventare troppo grande. Anche Camponeschi, Gran Cancelliere del regno di Napoli, oltre che conte feudale di Montorio al Vomano e quasi "signore" dell'Aquila, finì ucciso, ma, questa volta, per ordine del principe Luigi di Taranto. Il terzo ed ultimo "signore" della città fu Ludovico Franchi, che sfidò anche i papi ospitando Alfonso I d'Este, cacciato da Ferrara, e i figli di Giampaolo Baglioni, l'ultimo signore di Perugia. Tuttavia, quando il suo potere cominciò a diventare troppo grande, gli Aquilani, sempre gelosi della loro libertà, si lamentarono presso il re di Napoli, che lo fece deporre ed imprigionare.

La città, che era la seconda del regno per potenza e ricchezza, iniziò a decadere nel XVI secolo, quando il viceré spagnolo Filiberto d'Orange, dopo averla devastata, la separò dal suo contado, introducendovi il feudalesimo spagnolo e privandola della sua autonomia.

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